Martone piantona il Cardarelli di Campobasso per dire “no” all’aborto

Dopo la protesta contro il Molise Pride, Gianluca Martone, il giornalista cattolico del Mezzogiorno Quotidiano, invita la comunità di Campobasso a riflettere su di un’altra tematica spinosa e poco dibattuta: l’aborto.

L’uomo, originario di Benevento, si è schierato contro la legge 194, che sancisce il diritto delle donne di interrompere eventuali gravidanze indesiderate. Egli ha, infatti, affermato: «Ho intrapreso questa iniziativa partendo dall’articolo di un giornale lucano sul quale erano riportati i dati sulla natalità in Italia. Il Molise, secondo la tabella del 2016, è risultata tra le regione con il più basso tasso di natalità (1,11%), seguita solo dalla Sardegna. Un dato sconcertante che riguarda un po’ tutto il Sud. Se non si dà una sterzata a questo trend nel giro di 50 anni andremo incontro ad uno scenario drammatico fatto di culle vuote ed una popolazione composta solo da migranti. Bisogna dunque invogliare le nascite e non permettere a nessuno di uccidere dei bambini innocenti».

Martone, che piantona ormai stabilmente l’ospedale Cardarelli di Campobasso, ha fatto sapere: «Qui dentro ci sono due medici che effettuano circa 700 aborti l’anno. Di fronte a dati simili il futuro è solo uno: l’estinzione del popolo del Molise e a seguire di quello italiano».

Il giornalista si batte per la fine dell’interruzione delle gravidanze, a su dire, non solo per motivi religiosi, ma anche perché dietro questa scelta vi sarebbero degli aspetti socio-economici rilevanti, primo fra tutti che l’aborto è gratis per le donne che lo praticano. Tuttavia, tale tipo di intervento rappresenta un costo non trascurabile per i contribuenti, pari a circa 4 mila euro, che diventano 2.800.000 euro nell’arco di un solo anno. «Con la crisi che viviamo mi domando come mai questi soldi non vengano investiti per offrire occupazione ai giovani o per sostenere chi pensa di abortire, proprio perché è in difficoltà economiche», ha così affermato Martone.

Ma non si è fermato qui, in quanto ha tenuto a sottolineare che: «l’aborto dovrebbe essere finanziato da chi decide di interrompere la gravidanza. Non trovo giusto che molti contribuenti finanzino qualcosa in cui non credono o sono contrari. Ritengo assurdo che una persona possa votare a 18 anni, mentre può tranquillamente abortire a 13. C’è un sistema che spinge verso questa scelta. Il problema è che bisogna fornire alle donne maggiori informazioni. Ci sono inoltre conseguenze post-aborto molto gravi, ad esempio depressione e suicidi. Un fenomeno che va fermato. Inoltre, dicono che questa legge vieti gli aborti clandestini che, in Italia, sono circa 30.000 ogni anno. Ma non si pensa mai che questa legge ha fatto 6 milioni di vittime. È un popolo estinto, una strage di innocenti».

Parole che per quanto non possano essere condivise fanno certamente pensare. E a quanti sono convinti di avere le idee chiare in merito all’aborto Martone rincara la dose, facendo riflettere su di un altro punto: «Nel consenso che compila la madre dovrebbe esserci anche la domanda “potresti rimpiangerlo?”. Credo che questa frase potrebbe invogliare le donne che compiono questa scelta, magari perché il bambino è malato, a cambiare idea. Conosco tanti bambini autistici o con sindrome down davvero straordinari, con doti eccezionali, simpatici, sorridenti e dalle elevate capacità intellettive».

Secondo il giornalista l’interruzione di gravidanza non dovrebbe essere attuata neanche qualora si sia verificato uno stupro, poiché i bambini concepiti, pur se derivati da un atto spregevole, non ne hanno alcuna colpa e meritano di vivere come tutti gli altri, che sono nati da un atto di amore. L’uomo, inoltre, tiene a precisare che: «Questi sono anche i nostri figli. Non devono essere visti come un ostacolo o una malattia, ma come una ricchezza, per la madre ma anche per l’intera società. Lo Stato deve mettere in condizioni la donna di vivere la nascita come un bene di Dio, una ricchezza e come il dono più grande. Non come un dramma».

grey

grey