Proviamo per un solo istante ad immaginare la seguente situazione. Vi trovate all’interno di un casinò di lusso, indosso avete un elegante vestito e in mano un elegante drink che sorseggiate mentre girate per i tavoli verdi gettando uno sguardo alle partite in corso. Dadi che rotolano, slot machine che tintinnano, roulette che girano, mani di carte che si aggiungono sul tavolo e tonnellate di fiches che fanno avanti e indietro.

Fino a qui tutto regolare quando ecco che, in un angolo della sala, vedete un giocatore un po’ particolare che vince una mano dietro l’altra senza apparente sforzo. Si potrebbe pensare alla fortuna del principiante, ma anche questa finisce dopo poco tempo. Quindi vi avvicinate per capire un po’ meglio come fa e vi accorgete che è il matematico statunitense Edward O. Thorp quindi tutto diventa più chiaro.

Ma chi è esattamente Edward O. Thorpe e perché è un nome così famoso nel mondo del gioco d’azzardo? Per scoprire la risposta a questi interrogativi non dovrete fare altro che proseguire con noi nella lettura!

Edward O. Thorpe nasce dunque a Chicago il 14 agosto del 1932 e, sin da bambino, dimostra subito un talento praticamente innato per tutto ciò che gira attorno alla matematica ed ai numeri. Il giovane prodigio è infatti in grado di fare a mente dei complessi calcoli, incluse le radici quadrate e cubiche, senza l’ausilio di calcolatrici o fogli di carta.

Divenuto più grande, il ragazzo si laureò e prese anche un master in fisica ed un dottorato in matematica, di certo la sua strada era già segnata, che gli valsero la cattedra di professore di matematica presso il prestigioso MIT (Massachusetts Institute of Technology).

Durante gli anni di insegnamento Thorp non si interessò mai davvero al gioco d’azzardo fino a quando non incontrò il suo vecchio professore di inglese, un certo Jack Chesson, che fece ritorno da un viaggio a Las Vegas completamente al verde dopo aver perso tutto ai tavoli da gioco. Ludopatia? Sfortuna? Congiunzioni astrali? Niente di tutto questo, per Thorp la risposta era la matematica!

Infatti, insieme al professor Claude Shannon sempre del MIT, Thorp cominciò ad escogitare un metodo per battere il casinò. Il primo risultato fu un piccolo marchingegno da nascondere nella scarpa per far sì che la roulette girasse a suo favore, ma si rivelò un buco nell’acqua.

La soluzione doveva essere cercata altrove e quindi non tanto in un congegno, ma bensì in una formula matematica che gli consentisse di battere anche il blackjack. Era il 1960 e Thorp riuscì ad elaborare un sistema che permettesse al giocatore di battere questo gioco semplicemente basandosi sul numero di carte giocate e sulla statistica.

Questo sistema fu dunque l’argomento centrale del suo best seller del 1962, “Beat the Dealer”, che divenne uno dei testi più “temuti” dai proprietari di casinò sparsi per tutto il mondo.