Oramai sono passati ben 15 anni da quella afosa sera del 9 luglio 2006 quando, dopo un mese di scontri e di polemiche dentro e fuori dal campo, l’arbitro dà il fischio per segnalare il termine di una finale vissuta letteralmente al cardiopalma. E questo vale sia per i tifosi che per i giocatori stessi!

Dopo una straordinaria vittoria contro una più che agguerrita Germania, questa volta a Dortmund, gli Azzurri riescono a passare il turno e vanno nella capitale tedesca per affrontare la Francia. Da ricordare poi la frase passata alla storia tra i commentatori sportivi Fabio Caressa e Beppe Bergomi che hanno seguito l’evento in una telecronaca serrata. Ma dopo una vittoria così eclatante degli Azzurri, allora guidati da Marcello Lippi, è stato più che naturale gridare a pieni polmoni chiudi la valigia, Beppe: andiamo a Berlino!.

Inizialmente nel gruppo E assieme ad altre nazionali come Ghana, Stati Uniti d’America e Repubblica Ceca, la nazionale di calcio italiana è dunque riuscita a scalzare tutti gli avversari e contro la Francia se ne sono viste di tutti i colori.

Basterebbe pensare alla famosa testata di Zinédine Zidane contro il petto di Marco Materazzi, all’epoca tra le fila dell’Inter, per farsi un’idea, ma quei rigori. Esatto, proprio quei dannati rigori che hanno portato tutta l’Italia a vedere gli ultimi minuti con il fiato praticamente sospeso. Quasi come se un respiro troppo forte potesse deconcentrare un fenomeno come Gigi Buffon oppure potesse andare a smuovere una zolla di terra sul campo (ricorda quasi quella vecchia Champions League di qualche anno fa dove ad un rigorista del Milan capitò una cosa simile).

Ma alla fine andò tutto per il meglio, il cielo sopra Berlino diventò azzurro (parafrasando un’altra frase storica dei commentatori) e l’Italia poté fregiarsi del suo quarto titolo mondiale dopo quella competizione, oramai entrata quasi nella leggenda, del 1982.

Oggi di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e tanti campioni della Serie A di un tempo sono diventati allenatori, chi con carriere più altalenanti di altre, come Gennaro “Ringhio” Gattuso oppure Andrea Pirlo per venire sostituiti da delle leve più giovani.

Delle leve che hanno dato prova del loro valore sia sul campo che fuori grazie alla recente vittoria degli Europei UEFA di quest’estate, ma che ora dovranno prepararsi per una nuova sfida. Guidati sul campo da Giorgio Chiellini (Juventus) e dalla panchina da Roberto Mancini, gli Azzurri hanno ancora circa un anno di tempo per prepararsi ai Mondiali del Qatar 2022.

Appuntamenti dunque che partono dal 21 novembre e che termineranno il 18 dicembre 2022, questo a causa delle eccessive temperature estive riscontrabili a quelle latitudini, e che prendono la forma del Gruppo C.

Qui l’Italia dovrà dunque vedersela, rispettivamente, con la Svizzera, l’Irlanda del Nord, la Bulgaria e la Lituania. Come andrà a finire stavolta?