Si sente sempre più spesso parlare di amori via social: un trend che, secondo gli esperti, deve essere preso seriamente, poiché porta ad unioni più durature rispetto a quelle che possono nascere nella vita reale, come sul posto di lavoro, ad esempio. Tuttavia, non sempre le relazioni sentimentali digitali vanno a lieto fine, poiché nel web si possono trovare anche maestri della truffa, che intrecciano rapporti, che sono destinati a rivelarsi dei veri e propri “fake”.

Le vittime più ambite per questa strage di cuori virtuale sono gli uomini di mezza età, ma non sono i soli, poiché a credere alle avances attuate da finte ragazze bellissime sono gli esperti navigatori della rete o i giovani che hanno difficoltà ad intraprendere relazioni interpersonali, spesso a causa dell’eccessiva timidezza.

Tale fenomeno è in crescita anche nel territorio molisano, come ha dimostrato l’episodio che ha come protagonista un 30enne di Isernia, che è stato adescato online da una donna, in realtà non reale, alla quale ha finanziato un finto matrimonio, versando in suo favore 13 mila euro.

Tuttavia, bisogna sottolineare un fatto ancora più increscioso, ovvero che chi è oggetto di queste terribili “trappole d’amore”, come le ha definite la Polizia Postale, nella maggior parte dei casi non denuncia l’accaduto, per lo più per vergogna.

L’appello di Vecchio

Per tale ragione, il capo della Polpost, al termine dell’incontro con la stampa, che è avvenuto mercoledì 19 settembre, ed è stato convocato dal procuratore capo della Repubblica, Carlo Fucci, ha lanciato un appello a tutte quelle persone che non si fanno avanti e rimangono nel “sommerso”.

Vecchio ha, infatti, tenuto a spiegare che: «Casi del genere sono assolutamente in espansione, quindi il punto più importante è la denuncia. Invitiamo tutti coloro i quali sono vittime di questi reati odiosi e che possono avere sfaccettature molto pericolose a rivolgersi a noi, perché solo tramite la denuncia si mette in condizione l’istituzione di lavorare al meglio. Naturalmente bisogna avere il coraggio di farlo e queste tipologie di reati purtroppo prevedono delle condizioni personali intime. Si parla ad esempio di una relazione sentimentale che nasce su un social network, quindi chi si trova coinvolto non ha la forza di rendere nota la propria identità. Questa è la prima grande problematica, ma quando viene superata permette a noi di lavorare in modo repentino».

Avvisare tempestivamente la Polizia Postale di tali comportamenti nefasti, quindi, è l’unico modo per poter individuare chi si cela dietro a queste astute truffe e per permettere alla giustizia di fare il suo corso.

Il modus operandi dei criminali del web

Tuttavia, il dirigente della Polizia Postale ha voluto anche rendere noto il modus operandi di questi criminali del web, che rimangono sempre nell’ombra e sono difficilmente rintracciabili.

Si può dire che ogni social ha le sue regole, tuttavia i meccanismi estortivi che vengono utilizzati dai malviventi sono più o meno sempre i medesimi. Infatti, vengono spesso utilizzati profili di donne avvenenti, che si adoperano per iniziare con il malcapitato una relazione sentimentale. Dopo poco tempo cominciano a promettere incontri che, però, non avverranno mai, fino ad arrivare ad una vera e propria richiesta di denaro.

Questo, secondo Vecchio, è il primo campanello d’allarme, mentre il secondo sopraggiunge quando alla mancata risposta alla richiesta di soldi si assiste ad un cambiamento repentino del modo di fare della presunta fidanzata, la quale diventa più aggressiva, e spesso vi sono delle interferenze ad opera di presunti parenti, come il padre o il fratello.