Allattamento al seno: quando iniziare e fino a quando andare avanti

La maggior parte dei dubbi e delle preoccupazioni delle future mamme, subito dopo quelli inerenti al parto, riguarda l’allattamento. Più precisamente, è facile avere dubbi sulle modalità, su quali sono le difficoltà più frequenti, sulla durata etc.

Allattare al seno: sempre consigliato

Secondo la società Italiana di Neonatologia, uno dei maggiori esperti in questo tema, è sempre consigliabile allattare al seno se non sussistono problemi e impedimenti fisici. L’allattamento al seno è la modalità più naturale e aiuta a rafforzare il rapporto madre – figlio. Tutte le neomamme dovrebbero produrre naturalmente il latte grazie all’aumento di prolattina, un ormone che le donne iniziano a produrre già durante la gravidanza. Il latte materno è l’unica cosa che i neonati possono mangiare.

Tuttavia, chi non dovesse avere latte per problemi fisici o smettesse di produrlo già dopo poche settimane, non deve sentirsi in difetto. Il bambino riceve tutti i nutrienti che gli servono anche grazie al latte artificiale. Consultando il sito di notizie mmcm.it puoi trovare altre informazioni a tema salute ma anche società, economia e molto altro ancora.

Allattamento al seno: quali sono i benefici

Alcune delle ragioni principali per cui vale la pena allattare al seno già sono state citate nel paragrafo precedente come rafforzare il rapporto e fornire un alimento completo. Il latte materno è un prodotto ricco di nutrienti per lo sviluppo del neonato. Permette di creare un sistema immunitario forte e completo, nonché sviluppare la flora batterica.

Secondo alcuni studi, le donne che allattano al seno si riprendono meglio dopo il parto e rischiano meno l’insorgenza di tumori al seno. I bambini allattati al seno pare che in futuro siano meno esposti al rischio di diabete.

Quando allattare al seno e quando smettere

L’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, dice di iniziare ad allattare da subito dopo la nascita del neonato ricordandosi del contatto pelle a pelle. La quantità di latte ingerito e la frequenza delle poppate cambia da un bimbo all’altro: non c’è una regola generale. Il caso specifico andrebbe sottoposto al pediatra che sa dare indicazioni più precise, tenendo conto di tutte le eccezioni e particolarità. Nei primissimi mesi è facile che il bambino si stanchi o che si addormenti durante la poppata e allora bisogna stimolarlo in maniera che impari a farlo da solo.

L’allattamento al seno esclusivo va avanti anche fino al sesto mese, trascorso il quale si può iniziare a introdurre altri alimenti solidi. Nonostante ciò, lo svezzamento può esser anticipato già dal quarto mese, prediligendo la frutta frullata.

Purtroppo, molte neomamme che hanno problemi con l’allattamento si sentono frustrate e inadatte, sviluppando anche la pericolosa depressione postparto. Bisogna invece capire che ogni persona è assestante e piuttosto che allattare a fatica facendo sentire la mamma stressata, si può prendere in considerazione il latte artificiale che resta un alimento sano e completo per i neonati. Inoltre, possono sorgere patologie che interrompono prima del tempo l’allattamento come la mastite e infiammazioni ai capezzoli, funghi come il mughetto e simili.

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