Il rapporto tra ambiente e sviluppo è spesso presentato come un conflitto inevitabile. Da una parte la crescita economica, dall’altra la salvaguardia degli ecosistemi. Eppure, guardando ai dati degli ultimi decenni, emerge un quadro molto diverso: progresso e sostenibilità possono andare di pari passo.
Dalla produzione ai servizi
Dopo il boom economico del dopoguerra, negli anni Settanta l’economia ha cambiato pelle. I beni materiali hanno lasciato spazio ai servizi, che oggi rappresentano il 75% del PIL mondiale. Si tratta di un settore a basso impatto ambientale, capace di garantire sviluppo riducendo il consumo di risorse naturali.
Più efficienza, meno consumo
Le innovazioni tecnologiche hanno aumentato l’efficienza produttiva: oggi otteniamo più beni consumando meno risorse. In agricoltura, rese più alte e redditi maggiori hanno reso inutile lo sfruttamento di terreni marginali, che sono tornati a ospitare boschi e fauna selvatica.
La transizione energetica
Dagli anni Novanta il gas naturale ha sostituito carbone e petrolio nella produzione elettrica. Una rivoluzione che ha ridotto le emissioni e sfruttato in modo intelligente una risorsa prima sprecata. Le centrali a turbogas, più efficienti, mostrano che sviluppo ed energia pulita possono coesistere.
Demografia in equilibrio
Per secoli la crescita demografica è sembrata inarrestabile. Ma da trent’anni il numero medio di nuovi nati si è stabilizzato a livello mondiale. È un cambiamento epocale: meno pressione su risorse ed ecosistemi, più possibilità di pianificare uno sviluppo equilibrato.
Indicatori in miglioramento
Secondo i dati ONU, negli ultimi cinquant’anni i principali indicatori globali hanno registrato progressi straordinari:
- aumento del reddito,
- maggiore speranza di vita,
- calo della mortalità infantile,
- più accesso a istruzione, cure e acqua potabile.
Anche la pressione sugli ecosistemi, seppure ancora presente, mostra segnali di diminuzione.
Soluzioni già disponibili
Per i due nodi cruciali — cibo ed energia — abbiamo già oggi soluzioni efficaci per accelerare la lotta alla povertà e ridurre l’impatto antropico. Ciò che serve è abbandonare l’idea che la società moderna sia il nemico da combattere, e concentrare gli sforzi sull’uso intelligente delle risorse e delle tecnologie disponibili.
Il futuro non richiede uno scontro tra ambiente e sviluppo, ma un lavoro comune per renderli compatibili. La crescita economica può diventare motore di sostenibilità, se guidata da efficienza, innovazione e buon senso.