Eni, nuova scoperta in Egitto. Conviene investire?

Eni è un vero gioiello italiano. Considerata una delle 7 multinazionali dell’energia più importanti al mondo, ha un tratto che la distingue nettamente dalle altre: in Italia non c’è né gas, né petrolio. I giacimenti domestici sono minimi, ma nel tempo l’azienda è riuscita a costruire una forte presenza nel Nord Africa e in Medio Oriente. Così, oggi, Eni opera con successo in 66 nazioni diverse.

Basta controllare la quotazione delle azioni Eni per accorgersi che il titolo, ultimamente, sta attraversando un periodo difficile. Come tutte le azioni legate al prezzo del petrolio, la quotazione ora è bassa e riflette il prezzo al barile del greggio stesso.

Se normalmente la prima legge degli investitori è quella di comprare basso per vendere alto, oggi c’è anche un motivo in più per puntare sul rialzo del titolo. Una nuova scoperta al largo delle coste egiziane, infatti, potrebbe aumentare notevolmente l’output produttivo di gas naturale di Eni.

Il nuovo giacimento di gas

Dal 2015 in avanti, Eni ha deciso di puntare molto su un’area a Nord del Delta del Nilo. In accordo con le autorità governative egiziane, ha ottenuto una licenza importante per portare avanti le sue operazioni nella zona. L’area geografica di cui stiamo parlando, al largo delle coste, si chiama Nooros.

Eni non è l’unica multinazionale ad avere interessi nella zona. Anche British Petroleum ha investito molto qui, portando a diverse scoperte condivise di giacimenti interessanti. L’ultima è avvenuta la scorsa settimana, quando le due super-compagnie degli idrocarburi hanno confermato di aver trovato un nuovo giacimento a circa 5 chilometri dalla costa.

Il nuovo giacimento si trova a una profondità di 16 metri sotto il livello del mare, cosa che rende le operazioni di estrazione relativamente semplici. Da anni, d’altronde, Eni è una delle società più all’avanguardia nel mondo dell’estrazione off-shore. Tra l’altro tutta l’operazione verrà condotta nel perimetro della concessione di Abu Madi West. Qui Eni detiene il 75% della quota, mentre alla compagnia britannica rimane il 25% restante.

Nel 2018, Eni scoprì in Egitto quello che rimane ancora oggi il bacino di idrocarburi più grande dell’intero Mediterraneo. Questa nuova operazione non conferma soltanto la ricchezza del sottosuolo egiziano, ma specialmente mostra quanto valida sia l’area di Nooros e la scelta di investire qui.

Previsioni per il titolo

Il nuovo giacimento di gas naturale arricchisce il portafoglio di Eni, in un anno difficile per il valore azionario. Colpita più dalla crisi petrolifera che dal Covid, l’azione viaggia attualmente intorno ai suoi minimi storici.

Il rilancio, in ogni caso, è presto o tardi inevitabile: il greggio sta già gradualmente recuperando il suo valore di mercato e Eni continua a distinguersi per la qualità della gestione. Entrare sul mercato in questo momento potrebbe essere una buona idea per approfittare, nel corso del tempo, dell’aumento del petrolio e di pari passo di quello azionario.

In ogni caso ora il gas sta dominando il settore della produzione di energia in tutto il mondo, diventando forse più strategico del petrolio. Per questo, al di là del valore del petrolio, la scoperta del nuovo giacimento è sicuramente una buona notizia per gli azionisti Eni.

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