Sensori di parcheggio: un avanzato sistema di assistenza alla guida

Nel corso degli ultimi anni, tra i vari optional che hanno preso piede nel mondo delle automotive, i sensori di parcheggio sono stati sicuramente i più apprezzati e richiesti dagli automobilisti. Del resto, il design di alcuni veicoli, specialmente quelli più ingombranti, come i Suv, ha reso le manovre di posteggio piuttosto complicate, portando spesso ad accidentali danneggiamenti delle vetture.

Di fatto, i sensori di parcheggio sono stati creati ed hanno riscontrato grande successo proprio perché consentono di preservare la carrozzeria dell’auto in questa fase delicata, che, per le persone dinamiche, tende a ripetersi anche più volte al giorno, aumentando i rischi di collisione.

Si tratta, nello specifico, di dispositivi minuscoli, che vengono nascosti nel paraurti anteriore e posteriore delle auto e che, in presenza di ostacoli, emettono segnali acustici e luminosi, in modo da richiamare l’attenzione del guidatore, consentendogli di fermarsi in tempo e di evitare eventuali danni. I sensori di parcheggio, nel corso del tempo, si sono evoluti, diventando uno dei più avanzati sistemi di assistenza alla guida.

Molto più che un optional

Attualmente, i sensori di parcheggio si ritrovano nella maggior parte delle vetture disponibili in commercio: da quelle più costose alle comuni citycar. Di norma, l’impianto di tali piccoli dispositivi viene proposto come optional dai costruttori di automobili. Tuttavia, non tutti gli automobilisti decidono di approfittare di tale innovativo sistema di assistenza, al fine di risparmiare sul prezzo d’acquisto.

Nella maggior parte dei casi, però, se ne pentono, poiché si rendono conto di quanto sia facile danneggiare la macchina in fase di parcheggio. Al contrario di quello che si potrebbe pensare, tuttavia, è possibile porre rimedio a tale infausta scelta, adottando alcune pratiche soluzioni aftermarket.

L’importante è affidarsi a rivenditori validi ed in grado di fornire prodotti di qualità e duraturi. Hai paura di incappare in qualche truffa? Visita il sito www.TuttoAutoricambi.it e trova la soluzione più adatta alle tue necessità. Del resto, bisogna considerare che in commercio sono disponibili diverse tipologie di sensori di parcheggio, dotati di tecnologia wireless o elettromagnetici.

Il montaggio dei sensori di parcheggio

I più facili da montare sono i sensori di parcheggio elettromagnetici, in quanto sono caratterizzati da una striscia adesiva, che viene posizionata all’interno del paraurti e che si attiva con l’inserimento della retromarcia, in quanto genera un campo elettromagnetico, che in presenza di ostacoli avvisa la centralina, la quale emette un segnale acustico.

Di norma, invece, basta colorare i sensori del medesimo colore dei paraurti della vettura, così da non creare un effetto antiestetico. Successivamente, è sufficiente tracciare con un metro la linea dei sensori di parcheggio, tenendosi a 50-70 cm da terra. Quindi, forare il paraurti per consentire l’inserimento dei dispositivi, individuare il cavo che si collega alla luce della retromarcia ed inserire un cavo nell’occhiello collegato al fanale.

Nel cofano posteriore, invece, va riservato uno spazio per la centralina e vanno collegati i cavi dei singoli sensori. Terminata anche questa operazione, basta installare il display dei sensori di parcheggio sul cruscotto. Di fatto, è necessario far passare il cavo del display sotto la pedaliera e smontare il cruscotto. Una volta collegate le connessioni non rimane che rimontare i pezzi e verificare che i sensori installati funzionino in maniera corretta.

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