Gli scarti industriali sono materiali residui generati dai processi produttivi, che non possono più essere utilizzati nella forma originaria. Possono derivare da trasformazioni meccaniche, chimiche o fisiche e richiedono una gestione strutturata per evitare impatti negativi sull’ambiente e sulla sicurezza degli operatori.
Tipologie di scarti industriali
Gli scarti industriali si differenziano in base alla loro natura fisica, composizione e pericolosità, con classificazioni regolamentate dalla normativa vigente.
Scarti metallici
Provengono da lavorazioni meccaniche di taglio, tornitura, fresatura e stampaggio. Trucioli, sfridi, residui di acciaio o alluminio possono essere convogliati verso processi di riciclo e rifusione, riducendo l’utilizzo di materie prime vergini e ottimizzando l’economia circolare dell’industria metallurgica.
Scarti plastici e polimerici
Generati in particolar modo nei comparti automotive, packaging e manifatturiero. Possono essere riciclati attraverso processi di macinazione, estrusione e rigenerazione, purché i materiali non siano contaminati da componenti tossici o difficilmente separabili.
Rifiuti chimici e pericolosi
Sono residui di solventi, vernici, acidi, oli o sostanze nocive che richiedono sistemi di smaltimento certificati. La loro gestione è strettamente monitorata per evitare rischi di dispersione e inquinamento del suolo e delle acque.
Scarti organici e biodegradabili
Più diffusi nel settore alimentare e agroindustriale. Possono essere destinati a compostaggio, digestione anaerobica o recupero energetico.
Modalità di smaltimento degli scarti
La gestione degli scarti inizia dalla fase di raccolta e movimentazione: un convogliatore trucioli, per esempio, permette l’estrazione automatizzata dei residui metallici da macchine utensili, efficientando le operazioni di trasporto interno e riducendo i rischi di contaminazione e infortuni per gli operatori.
Le modalità principali di smaltimento includono alcune fasi, come vediamo di seguito
Riciclo e recupero
Processi che consentono di reintrodurre gli scarti all’interno della catena produttiva, mitigando l’impatto ambientale e i costi di approvvigionamento di materie prime.
Trattamenti di inertizzazione
Applicati ai residui chimici o pericolosi per neutralizzarne la reattività, limitando la diffusione di sostanze inquinanti.
Recupero energetico
Gli scarti combustibili, come i materiali organici, possono essere utilizzati per produrre energia tramite incenerimento controllato o digestione anaerobica.
Smaltimento in discarica controllata
Soluzione residuale per i materiali non recuperabili, soggetta a severi vincoli legislativi e a monitoraggio continuo dei siti di deposito.